Ven, 19 Aprile 2024
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La rete trapianti ha retto l’urto della pandemia

Il resoconto del convegno Lions Porta Ulisse: rimane l’ostacolo della barriera culturale

Un trapianto può salvare una vita o migliorarne la qualità, e per questo motivo occorre sensibilizzare l’opinione pubblica affinché i donatori siano sempre più numerosi: questa la riflessione da cui scaturisce il convegno “Il valore della vita: i Lions per la donazione degli organi ed i trapianti”, organizzato dal Lions Club Catania Porto Ulisse, presieduto da Ninni Salvia, e ospitato sabato mattina nella sala conferenza del Museo Diocesano. 

 Un momento di confronto arricchito dagli interventi dei due massimi responsabili a livello nazionale e regionale della materia: il direttore del centro nazionale trapianti, Massimo Cardillo, e il coordinatore del centro regionale trapianti, Giorgio Battaglia

Al centro dei lavori l’analisi della situazione attuale: i dati sottolineano i molti passi avanti compiuti in questi anni, ma anche una disomogeneità nella percentuale di donazioni che segna sostanziali differenze non solo fra gli stati europei, ma anche fra le stesse regioni d’Italia. 

Passando ai numeri esplicitati dal dott. Cardillo, l’Italia è fra le prime nazioni d’Europa per numero di trapianti, ma a fronte dei 3500 realizzati ogni anno, c’è una lista d’attesa di 8500; allo stesso tempo va registrata la tenuta della rete dei centri trapianti che pur in un anno doppiamente infausto come il 2020 ha fatto registrare solo il -10% in meno, un dato significativamente migliore rispetto al -27% del Regno Unito, -25% della Francia e -19% della Spagna.

 Per quanto attiene la Sicilia, Cardillo ha evidenziato che negli ultimi due anni la situazione è migliorata grazie anche all’attività del centro regionale: tant’è che l’isola nel 2020 è stata l’unica regione del Sud a far registrare un aumento del tasso di donatori.  Segnali positivi che, tuttavia, si scontrano con una vera e propria barriera culturale: ancora oggi si registra un’opposizione ai trapianti manifestata da una persona tre, statistica che in alcune regioni sale sino ad una su due. 

Per Cardillo l’unica strada percorribile per migliorare questa tendenza è lavorare sul consenso sociale, con una campagna di informazione a livello nazionale, e con i costanti miglioramenti nell’organizzazione del sistema sanitario, dato che non tutti gli ospedali oggi sono sede di centro trapianti. 

Il convegno è stato aperto dall’intervento del sindaco di Catania, Salvo Pogliese, e dalla lettera di ringraziamento per l’attività di sensibilizzazione sul tema dei trapianti, fatta pervenire dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza; nel finale il collegamento telefonico con il dott., Francesco Cirillo, Governatore del Distretto Lions 108Yb Sicilia, e la conclusione a cura del   dott. Maurizio Gibilaro, primo vicegovernatore Lions 108Yb Sicilia.

 Nel corso degli altri interventi, il tema del convegno è stato completato con l’approfondimento degli aspetti complementari: dalla storia dei primi trapianti, nel mondo come in Sicilia, alla rilettura dei casi di cronaca che hanno scosso le coscienze, sensibilizzando l’opinione pubblica e facendo aumentare gli episodi di donazione in tutto il Paese (a partire dal drammatico destino del piccolo Nicholas Green).  

Al convegno sono intervenuti anche il dott. Antonino Levita, delegato prevenzione e promozione della salute distretto 108 Yb, l’avv. Salvatore Giacona, past presidente del Consiglio dei Governatori dei Lions italiani, il dott. Vincenzo Leone, past Governatore del Distretto Lions 108Yb Sicilia e direttore dell’unità operativa di ematologia dell’ASP di Trapani e il dott. Giuseppe Daidone, coordinatore delle circoscrizioni del Distretto 108Yb.  

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