L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) l’ha definita ufficialmente “post Covid-19 condition”, condizione di persistenza di segni e sintomi che continuano o si sviluppano oltre le 12 settimane dal termine della fase più grave della malattia. Tosse persistente, difficoltà a respirare, stanchezza o debolezza muscolare anche a guarigione avvenuta, fanno parlare di Long Covid, come ha spiegato l’Istituto Superiore di Sanità.
Secondo le stime a soffrirne è un paziente su tre. Lo studio “Combining L-Arginine with Vitamin C Improves Long-Covid Symptoms: The Nationwide Multicenter Lincoln Study” recentemente pubblicato sulla rivista Pharmacological Research (IF 10.334) ha dimostrato l’efficacia della terapia a base di L-Arginina e Vitamina C nel miglioramento dei sintomi del Long Covid su 1.390 pazienti selezionati su tutto il territorio nazionale.
Il trattamento ha ridotto in maniera statisticamente significativa tutti i sintomi valutati, con particolare riferimento all’affaticamento cronico (astenia), dispnea e percezione soggettiva della tolleranza allo sforzo.
L’analisi, coordinata da Bruno Trimarco, è stata realizzata dal consorzio Itme (International Translational Research and Medical Education), creato dall’università Federico II in collaborazione con l’Albert Einstein Institute of Medicine di New York con Gaetano Santulli, cardiologo esperto di endotelio e l’importante coinvolgimento di Damor, storica azienda farmaceutica napoletana.
Le cause delle manifestazioni durature del Long-Covid non si conoscono. La malattia, nei casi più gravi, può innescare una forte risposta infiammatoria in grado di dar vita a fenomeni di trombosi. Oltre a rappresentare un rischio nella fase acuta dell’infezione, questi, diffusi soprattutto con le prime varianti e senza la protezione garantita dai vaccini, possono aver lasciato il segno sugli organi colpiti. Un aspetto, unito a una possibile reazione autoimmune indotta dal virus, rientra tra i principali indiziati alla base del Long-Covid.