La cura dei pazienti fragili passa sempre più dalla prevenzione e la prevenzione oggi passa dalle vaccinazioni.
Da questo punto è partito il workshop “La prevenzione vaccinale nel paziente fragile, focus su RSV e approccio multidisciplinare”, che ha riunito all’NH Catania Centro medici, epidemiologi e specialisti dell’ASP di Catania per costruire una strategia condivisa a tutela delle persone più vulnerabili.
Un incontro, quello coordinato dal dottor Gabriele Giorgianni e dal dottor Roberto Furnari, che ha messo subito al centro una realtà ormai evidente: l’aumento della fragilità nella popolazione e la necessità di proteggere meglio chi rischia di più.
L’introduzione al workshop ha aperto la strada a una riflessione ampia, subito approfondita dal dottor Rosario Vinci, che ha illustrato come l’invecchiamento demografico e la crescita delle patologie croniche impongano un cambio di passo nell’organizzazione della prevenzione.
Il tema del Virus Respiratorio Sinciziale, affrontato dal dottor Gabriele Giorgianni, ha rappresentato uno dei nodi centrali della giornata. L’arrivo di nuovi strumenti di immunizzazione apre infatti prospettive importanti per proteggere adulti fragili e pazienti con compromissioni respiratorie. Un’opportunità che richiede però processi chiari, continuità assistenziale e una maggiore integrazione tra i diversi attori della rete sanitaria.
Il dottor Roberto Furnari ha proseguito con una panoramica sulle vaccinazioni raccomandate per i pazienti fragili, evidenziando una criticità ben nota: le coperture restano insufficienti. Non per mancanza di raccomandazioni cliniche, ma per la difficoltà nel trasformarle in percorsi concreti che partano dagli ambulatori specialistici e arrivino ai servizi vaccinali con fluidità.
Nel corso del workshop sono intervenute anche la dottoressa Erika Barbagallo e la dottoressa Eleonora Ricci, che hanno portato contributi specifici legati ai pazienti diabetici, alle patologie respiratorie e alle campagne vaccinali in corso. Dai loro interventi è emersa una fotografia chiara: le competenze ci sono, e sono solide, ma serve un sistema che le faccia dialogare stabilmente.
La parte finale dell’incontro è stata dedicata ai lavori di gruppo, con quattro tavoli tematici dedicati ai pazienti oncologici, all’asma e al BPCO, ai pazienti diabetici e alle persone con HIV. L’obiettivo era semplice ma ambizioso: delineare percorsi reali, applicabili, che permettano di intercettare il paziente fragile nei momenti cruciali del suo percorso clinico e accompagnarlo con naturalezza verso la vaccinazione. Le proposte emerse, pur diverse, hanno condiviso una visione comune basata su integrazione, tempestività e semplificazione.
Il workshop si è concluso con un messaggio netto: la prevenzione vaccinale nei pazienti fragili è una priorità che richiede organizzazione, collaborazione e continuità. Non bastano nuove tecnologie o nuovi vaccini, serve un modello condiviso che sostenga davvero il percorso del paziente. Un percorso che l’ASP di Catania sta costruendo, mettendo a sistema competenze, esperienze e una visione sempre più orientata alla presa in carico.

