In Italia la mobilità attiva resta ancora troppo poco diffusa. I dati della sorveglianza Passi dell’Istituto Superiore di Sanità (biennio 2023-2024) fotografano una realtà che preoccupa. Solo il 10% degli adulti tra i 18 e i 69 anni utilizza la bicicletta per gli spostamenti quotidiani. A piedi va invece il 39% della popolazione.
Questi numeri arrivano in occasione della European Mobility Week (16-22 settembre) che culmina con la Giornata senz’auto. E mostrano come le abitudini attive, utili non solo all’ambiente ma anche alla salute, siano ancora poco praticate e in calo soprattutto tra i più giovani.
Differenze territoriali e sociali
L’uso della bicicletta è più frequente tra gli uomini (11%) e tra gli stranieri (15%). Forte la differenza geografica: al Nord il 15% sceglie la bici per spostarsi, mentre al Sud appena il 7%. Bolzano guida la classifica con un dato record: 1 persona su 4 pedala ogni giorno.
Chi va in bici lo fa mediamente 4 giorni a settimana per oltre 140 minuti totali.
Per quanto riguarda gli spostamenti a piedi, la percentuale più alta si registra ancora una volta a Bolzano, seguita dal Piemonte. Quasi 6 cittadini su 10 camminano abitualmente per lavoro o per le attività quotidiane. La media nazionale si ferma al 39%, con valori più elevati tra giovani adulti, donne e stranieri.
Chi cammina regolarmente lo fa oltre 4 giorni a settimana per un totale di circa 170 minuti.
Attività fisica e salute
Il 19% degli intervistati raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’Oms (almeno 150 minuti settimanali di attività moderata) solo grazie a bici e camminata. Un altro 22% risulta parzialmente attivo. Tuttavia, anche questa quota è in progressiva diminuzione, con il minimo registrato proprio nel 2023.
«Oltre che vantaggiosa per l’ambiente, la mobilità attiva offre la possibilità di raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati dall’Oms e avere benefici sulla salute. Per questo la pratica andrebbe incentivata a tutti i livelli, dalla sensibilizzazione della popolazione alle politiche pubbliche», spiega Valentina Minardi, ricercatrice del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute.
Perché serve un cambio di passo
I dati mostrano un’Italia ancora troppo legata all’uso dell’auto. La bicicletta e il camminare, invece, possono diventare strumenti quotidiani di prevenzione, accessibili a tutti e capaci di migliorare la qualità di vita. La sfida è culturale e politica: servono campagne di sensibilizzazione, ma anche infrastrutture, piste ciclabili sicure e città pensate per le persone, non solo per le macchine.

