Le apnee ostruttive del sonno (OSAS) rappresentano una delle principali sfide per la salute pubblica in Italia. Si stima che oltre 24 milioni di adulti — il 54% della popolazione tra 15 e 74 anni — soffrano di questa patologia, che compromette la qualità del sonno e, di conseguenza, la qualità della vita. La forma medio-grave interessa circa 12 milioni di persone, con una prevalenza maschile (65%). Nonostante questi numeri impressionanti, meno di 500mila cittadinihanno ricevuto una diagnosi e appena 200mila sono in cura.
Le OSAS sono caratterizzate da ripetute ostruzioni delle vie aeree superiori durante il sonno, con conseguenti cali della saturazione di ossigeno, micro-risvegli e sonno non ristoratore. Fattori come obesità, menopausa ed età avanzataaumentano il rischio di sviluppare questa patologia, il cui impatto economico in Italia supera i 30 miliardi di euro l’anno, tra costi diretti e indiretti.
Il problema non si limita alle conseguenze sulla salute individuale, come l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari e incidenti stradali, ma si riflette anche sul sistema sanitario e produttivo del Paese. Particolarmente critica la situazione nei mesi estivi, quando calore, umidità e disidratazione possono aggravare i sintomi.
Oggi la comunità medica guarda alla medicina di precisione e ai trattamenti personalizzati come chiave per affrontare in modo più efficace le apnee notturne.
Diagnosi precoce, tecniche chirurgiche innovative e terapie integrate sono al centro dell’attività dei maggiori esperti del settore, che sono riuniti a Roma in occasione del V Corso internazionale sui disturbi respiratori del sonno per condividere esperienze e nuove soluzioni.

