In Italia si registra una preoccupante crescita delle nuove diagnosi di HIV: quasi +10% rispetto al 2022, con 2.349 nuovi casi nel solo 2023. A lanciare l’allarme è Anlaids, in occasione del suo 40° anniversario, durante il XVII Congresso Nazionale ICAR (Italian Conference on Aids and Antiviral Research).
L’associazione sottolinea la necessità urgente di intensificare l’utilizzo dei test, anche in assenza di sintomi, per arginare quella che definisce una “epidemia silenziosa”.
Secondo il presidente di Anlaids, Luca Butini, è necessario un cambio di paradigma: “Questi numeri ci dicono che il virus circola anche tra chi non ha sintomi e non si percepisce a rischio. L’HIV oggi si può prevenire e trattare, ma solo conoscendo il proprio stato sierologico. Il test è il primo passo fondamentale. Per intercettare le infezioni sommerse servirebbero almeno 2,5 milioni di test l’anno. È un obiettivo ambizioso ma possibile, che ci permetterebbe di raggiungere il target globale di UNAIDS: porre fine all’HIV come minaccia per la salute pubblica entro il 2030”.
I DATI
Dal 2018 al 2024 Anlaids ha eseguito oltre 11.400 test, rilevando un esito positivo ogni 130 esami. Tra chi si sottopone al test per la prima volta, la media è di una positività ogni 279 esami. I test sono stati svolti soprattutto fuori dagli ospedali – nei CheckPoint e nei presidi mobili dell’associazione – con l’obiettivo di raggiungere fasce di popolazione che normalmente non si rivolgono ai servizi sanitari.
IL PROFILO DELLE PERSONE TESTATE
Età: il 43% ha tra i 18 e i 24 anni, il 28% tra i 25 e i 30 anni
Sesso: 61,1% uomini, 38,9% donne
Orientamento dichiarato: 61% eterosessuale, 34% omosessuale
Nazionalità: 75% italiani, 25% stranieri
Tipologia di test: 41,9% salivari, 58,2% capillari
I test rapidi – anonimi, non invasivi, gratuiti – restituiscono l’esito in pochi minuti e rappresentano uno strumento chiave per coinvolgere soprattutto i giovani e le persone asintomatiche.
UN’EMERGENZA EUROPEA
Anche a livello continentale la tendenza è in salita: secondo l’ECDC, nel 2023 sono state registrate 113.000 nuove diagnosi di HIV in 47 dei 53 Paesi della regione europea dell’OMS, con un aumento del 2,4% rispetto al 2022.
VERSO UN PIANO NAZIONALE
Anlaids auspica che il Piano Nazionale d’Azione per porre fine all’HIV, attualmente al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, si traduca presto in misure concrete: fondi dedicati, formazione degli operatori sanitari e campagne di sensibilizzazione su larga scala.
“Il test deve essere portato dove le persone vivono, lavorano e si curano”, conclude Butini. “Investire nei test rapidi significa abbattere le barriere all’accesso, ridurre le diagnosi tardive e costruire una sanità più inclusiva. La conoscenza è la prima forma di prevenzione: nessuno dovrebbe scoprire troppo tardi di essere positivo”.
Anlaids rilancia dunque il suo messaggio: informarsi, proteggersi e testarsi. Una battaglia che passa prima di tutto dalla consapevolezza.
