Lun, 17 Novembre 2025
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Primo trapianto cardiaco da donatore a cuore fermo in Sicilia

A Palermo eseguito per la prima volta in Sicilia un trapianto di cuore da donatore a cuore fermo, grazie alla collaborazione tra ARNAS Civico e ISMETT. Il paziente è stato dimesso in buone condizioni.

Un risultato storico per la sanità siciliana: per la prima volta nell’Isola è stato eseguito con successo un trapianto di cuore prelevato da un donatore a cuore fermo. L’intervento, realizzato grazie alla sinergia tra l’ARNAS “Civico Di Cristina Benfratelli” di Palermo e l’ISMETT, rappresenta un punto di svolta nella medicina trapiantologica regionale.

Si tratta di un trapianto DCD controlled (Donation after Circulatory Death), una tecnica estremamente avanzata e fino a oggi attuata in Italia solo in pochi centri ad alta specializzazione. Il donatore si trovava ricoverato nel reparto di Anestesia e Rianimazione diretto dal dott. Vincenzo Mazzarese. In seguito alla diagnosi di lesione cerebrale irreversibile, la procedura è proseguita secondo i protocolli DCD, prevedendo l’utilizzo della circolazione extracorporea (ECMO) presso l’ISMETT, prima del prelievo dell’organo.

Il cuore, una volta prelevato, è stato trapiantato con successo e il paziente ricevente è già stato dimesso in buone condizioni cliniche. “Un risultato reso possibile dalla generosità della famiglia del donatore e dalla straordinaria qualità del lavoro svolto dai professionisti coinvolti”, hanno dichiarato le direzioni strategiche delle due aziende sanitarie. L’intero processo è stato coordinato dal Centro Regionale Trapianti della Sicilia, diretto dal dott. Giorgio Battaglia, che ha definito l’intervento “un traguardo scientifico importantissimo” e ha rinnovato l’appello a investire nella cultura della donazione.

In precedenza, in Sicilia, i prelievi da donatori DCD avevano riguardato solo reni e fegato. “Il fatto che oggi si sia riusciti a prelevare e trapiantare anche il cuore – ha spiegato il dott. Antonino Scafidi, direttore dell’UOC CRTO del Civico – apre nuove possibilità per i pazienti in attesa di un trapianto e segna un cambio di paradigma nella nostra pratica clinica.”

Determinante è stata la gestione anestesiologica, che ha richiesto tecnologie di monitoraggio avanzate e grande attenzione alla riperfusione dell’organo. “Una sinergia perfetta tra le nostre équipe – ha evidenziato il dott. Gaetano Burgio, responsabile Anestesia e Sala Operatoria di ISMETT – ha permesso di affrontare una delle procedure più complesse della medicina moderna.”

“È un traguardo formidabile – ha affermato il dott. Michele Pilato, direttore del Centro Cuore ISMETT – e dimostra che la Sicilia è in grado di raggiungere livelli di eccellenza sanitaria paragonabili ai migliori centri internazionali.” Solo nel 2023 era stato eseguito a Padova il primo intervento di questo tipo in Italia.

Il cuore, prima di essere trapiantato, è rimasto fermo per almeno 20 minuti, tempo minimo stabilito per la certificazione della morte cardiocircolatoria. “Durante questo periodo – ha spiegato il dott. Sergio Sciacca, responsabile del programma di trapianto cardiaco di ISMETT – l’organo non riceve né sangue né ossigeno, con gravi rischi per la funzionalità. Solo grazie a un team multidisciplinare altamente specializzato e all’impiego delle tecnologie più avanzate è stato possibile superare questa sfida.”

L’intervento rappresenta una pietra miliare nella storia della trapiantologia siciliana e apre nuove prospettive per la cura di pazienti in condizioni critiche, valorizzando al massimo la professionalità e le competenze espresse dalla sanità pubblica regionale.

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