Una paziente dell’Ospedale Cannizzaro affetta da obesità grave è stata sottoposta alla “sleeve gastrectomy”, intervento di chirurgia bariatrica per la riduzione dello stomaco, con tecnica laparoscopica in anestesia spinale. La donna è stata, cioè, operata senza anestesia generale e quindi rimanendo sveglia nel corso dell’intervento: si tratta di uno dei primi casi del genere in Italia, il primo al Sud, per “sleeve gastrectomy”.
L’intervento è stato eseguito dal prof. Saverio Latteri, responsabile dell’UOSD di Chirurgia Bariatrica, coadiuvato dalla dott.ssa Maria Sofia e dalla dott.ssa Chiara Mazzone, con il supporto anestesiologico del dott. Enrico Vaccarisi, dirigente medico anestesista dell’UOC di Anestesia e Rianimazione diretta dal dott. Savino Borracino, nonché dallo strumentista Vincenzo Cavallo.
La donna, 37 anni, affetta da obesità di grado severo (BMI 38 kg/cm2), ha seguito il percorso di valutazione cardiologica e pneumologica preoperatoria, incluse spirometria e polisonnografia, in considerazione dell’aumentato rischio di OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) che spesso colpisce i pazienti con la medesima patologia. Avendo evidenziato un pattern respiratorio con alcuni eventi di tipo prevalentemente ostruttivo ed una saturazione dell’ossigeno lievemente inferiore alla norma, i medici hanno ritenuto di proporre alla paziente l’intervento sotto anestesia spinale. Il decorso post-operatorio è stato eccellente: la paziente è stata dimessa in terza giornata senza nessuna complicanza.
«Sotto il profilo anestesiologico, il paziente obeso – spiega il prof. Latteri – impone una maggiore attenzione, in quanto è soggetto a un rischio più alto di complicanze peri-operatorie e post-operatorie. L’anestesia generale tende a determinare normalmente un’alterazione della meccanica respiratoria che, associata alla ridotta capacità funzionale residua polmonare in tali pazienti, espone maggiormente a fenomeni di desaturazione e a problematiche respiratorie. L’obesità, inoltre, comporta una modifica della farmacocinetica dei farmaci utilizzati in ambito anestesiologico, da adattare pertanto alle caratteristiche di tali pazienti, ricorrendo ad anestetici a breve durata d’azione e, dove possibile, preferendo protocolli a basse dosi di oppioidi o anche oppioid-free. Di qui l’utilità dell’applicazione, nell’ambito della chirurgia bariatrica, dell’anestesia neuroassiale, che presenta diversi benefici: evita di intervenire in modo invasivo sulle vie aeree mantenendo il respiro spontaneo per tutta la durata dell’intervento, riduce lo stress respiratorio, migliora gli esiti post-operatori, accelerando la ripresa del paziente. Questo tipo di intervento – conclude Latteri – comporta alcune modifiche tecniche e la necessità di mantenersi entro tempi operatori brevi, per ridurre il discomfort del paziente. Nel nostro caso, ciò è garantito dalla buona esperienza chirurgica da parte dell’équipe, che già esegue da diversi anni interventi laparoscopici avanzati a paziente “sveglio”».
L’Unità Operativa semplice dipartimentale di Chirurgia Bariatrica dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro, che fa parte dei centri italiani accreditati dalla SICOB (Società italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche), vanta una esperienza di oltre 600 procedure chirurgiche bariatriche, di cui circa 200 in questo 2023. Con il supporto assicurato dal dott. Salvatore Giuffrida, commissario straordinario, opera con approccio multidisciplinare in quanto il paziente obeso, prima di essere trattato chirurgicamente, segue un complesso iter di valutazione (endocrinologica, psicologica, pneumologica, cardiologica, nonché studio endoscopico). Un percorso possibile in virtù della presenza in Azienda di tutte le specialità richieste e alla collaborazione delle strutture coinvolte.