Dom, 6 Ottobre 2024
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La pressione arteriosa si misura…ad alta quota

La misurazione della pressione in montagna, molto apprezzata da turisti ed alpinisti, oltre allo scopo educazionale ed informativo ha permesso una raccolta dati per la ricerca scientifica sul comportamento della pressione arteriosa in quota

Al Rifugio Sapienza Etna Sud è stata organizzata una campagna di sensibilizzazione e di informazione sull’ipertensione arteriosa e sugli effetti cardiovascolari dell’ascesa a quote moderate – alte, promossa dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), dal Club Alpino Italiano ( Commissione Centrale Medica) e dalla Società Italiana della Medicina di Montagna (S.I.Me.M.) e sostenuta organizzativamente dall’Istituto Auxologico Italiano di Milano e dall’Università di Milano-Bicocca diretto dal Prof. Gianfranco Parati

Presenti alla manifestazione i medici aderenti al CAI della sezione di Acireale con i dottori Antonino Cocuccio, Franz Zipper, Salvo Spina, Umberto Marino, Alberto Fogliani e Antonino Di Guardo responsabile del Centro per la Prevenzione e la  Cura dell’Ipertensione Arteriosa “Alessandro Filippi “ di Mascalucia

“L’ipertensione arteriosa – sottolinea il dott. Antonino Cocuccio – viene definita ‘il killer silenzioso’ per la sua asintomaticità, ed è ancora oggi il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari in tutto il mondo, colpendo circa il 40% della popolazione adulta occidentale. Per prevenire il verificarsi di eventi cardiaci e cerebrali spesso fatali o invalidanti, occorre quindi prestare maggiore attenzione al comportamento della pressione arteriosa in diverse condizioni della nostra vita quotidiana”.

Studi recenti dell’Istituto Auxologico Italiano e dell’Università di Milano-Bicocca hanno chiaramente dimostrato inoltre, come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante l’esposizione ad alta quota (sopra i 2500 metri), iniziando a modificarsi anche in caso di salita ad altitudini moderate (attorno ai 1800-2000 metri).

“Tutto questo – precisa il dott. Antonino Di Guardo – si verifica in soggetti normali e anche in pazienti già affetti da ipertensione arteriosa, sollevando così il problema di come mantenere la pressione controllata quando si salga in quota, per garantire un approccio alla montagna sicuro e privo di rischi per l’apparato cardiovascolare”.

La misurazione della pressione in montagna, molto apprezzata da turisti ed alpinisti, oltre allo scopo educazionale ed informativo ha permesso una raccolta dati per la ricerca scientifica sul comportamento della pressione arteriosa in quota  e pone le basi per delle ricerche future da realizzare a quote molto frequentate come le moderate-alte. 

“Questa iniziativa – specifica infine  il Prof Gianfranco Parati – sperimentata con successo in alcuni rifugi alpini e appenninici già nel 2016 vede quest’anno la partecipazione dell’Etna, ponendo il vulcano siciliano tra i rifugi in grado di promuovere la sicurezza in montagna”.

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