Le nuove e, purtroppo, numerose aggressioni subite dal personale sanitario degli ospedali siciliani, ma anche dal personale del 118, sono stati tra gli argomenti dell’ultima puntata de “L’intervista”, il programma condotto dal giornalista Filippo Romeo su Rei Tv. Ospiti il presidente del 118, Riccardo Castro, e il vice presidente dell’ordine dei medici di Catania Pino Liberti.
“Nel 2024 – ha detto Riccardo Castro – ci sono stati 20 casi gravi di aggressione ai soccorritori del Seus 118, con un aumento, dall’estate ad oggi rispetto ai primi mesi dello scorso anno e dell’intero anno precedente, esponenziale. C’e’ un degrado civico importante che pone a seri rischi questi sanitari – ha aggiunto – che fanno trasporti emergenziali extraospedalieri. Venti sono le aggressioni denunciate ma ci sono anche numerose situazioni, aggressioni verbali o ai mezzi, che non vengono rilevate. Come Seus ci siamo attivati contro questo fenomeno e abbiamo iniziato a proporre una serie di iniziative, partendo dalla sensibilizzazione nelle scuole, in collaborazione con l’assessorato regionale alla Salute e tutte le prefetture siciliane. Inoltre con la prefettura di Palermo, ha spiegato, si e’ “in una fase di studio avanzata per quanto riguarda le body cam e il panic button che consenta in caso di aggressione di contattare immediatamente le sale operative delle forze di polizia. Nel contempo ci siamo costituiti parte civile nei procedimenti penali contro gli aggressori e abbiamo garantito l’assistenza legale e il supporto psicologico ai nostri ragazzi aggrediti”.
Durante la trasmissione è intervenuto anche il vice presidente dell’ordine dei medici di Catania, Pino Liberti. “Ho firmato proprio oggi una richiesta di incontro con il prefetto a cui chiederemo delle iniziative concrete contro le aggressioni ai sanitari: la presenza dell’Esercito su tutte“, ha detto Liberti ribandendo come non sia possibile “mettere la polizia in ogni pronto soccorso della provincia etnea, non ci sono forze che bastino, ma se cominciamo a considerare queste aggressioni, che non sono solo fisiche ma anche verbali, un’emergenza, come abbiamo fatto per il Covid, potremmo chiedere l’aiuto dei militari”.
Su questo argomento Liberti ha precisato: “Non possiamo pensare a una militarizzazione degli ospedali ma la presenza dell’Esercito almeno nei pronto soccorso, con funzione di deterrenza, è qualcosa che si può pensare e che chiederemo”. In questo purtroppo rimangono i dati sconfortanti sui medici che abbandonano l’emergenza-urgenza.