Con le festività natalizie aumentano anche in provincia di Siracusa i casi covid e l’Asp di Siracusa riconverte provvisoriamente in reparto covid i posti letto del reparto di Medicina/Geriatria e Lungodegenza dell’ospedale di Lentini per far fronte alle necessità di ricovero di pazienti covid sintomatici, mentre attiva le cosiddette “bolle” in tutti i reparti degli ospedali per la gestione anche in futuro di casi covid asintomatici o con sintomi di lieve entità.
“Nelle ultime due settimane – evidenzia il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra – i casi covid in provincia sono aumentati in maniera prevedibile visto che le vacanze natalizie rappresentano un momento di aggregazione sociale, unitamente agli assembramenti e all’allentamento delle misure anti covid. Se consideriamo la data del 22 dicembre quando c’erano in provincia di Siracusa 710 casi positivi, il dato più basso del periodo pre-natalizio, rispetto al dato più recente di ieri pari a 911 attuali positivi, l’aumento è del 28 per cento. L’incremento dei contagi ha comportato un aumento dei ricoveri e, per potere gestire adeguatamente le necessità, oltre ai reparti covid per pazienti sintomatici già esistenti, abbiamo provveduto alla riconversione temporanea del reparto di Medicina/Geriatria e Lungodegenza di Lentini in reparto covid. Già, da oltre un mese, inoltre, abbiamo attivato le cosiddette “bolle” in tutti i nostri ospedali come da disposizioni dell’Assessorato regionale della Salute e linee guida e disposizioni ministeriali. Si tratta di stanze “blindate” nei reparti ordinari, che vengono utilizzate per i pazienti asintomatici o paucisintomatici che giungono in ospedale per altre patologie mentre viene riscontrata per puro caso la positività del tampone al covid durante gli accertamenti di pre ricovero. L’auspicio è che si possa tornare nell’arco di un paio di settimane alla condizione di inizio dicembre con pochi pazienti ricoverati, riconvertendo in posti letto ordinari il reparto di Medicina di Lentini. Non aprire reparti covid – aggiunge il commissario straordinario – significherebbe danneggiare la popolazione dei comuni di riferimento che vedrebbe trasferiti i propri cari in ospedali lontani decine di chilometri dal luogo di residenza. Questo significa non gestire la sanità e non avere cura del prossimo soprattutto quello che ha meno possibilità degli altri per fragilità o per condizioni economiche di essere curato nella propria città o comunque nel proprio comprensorio”.
“L’organizzazione in un prossimo futuro, pertanto – spiega il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa Salvatore Madonia assieme al direttore del Dipartimento Area Medica Salvatore Italia che gestisce il coordinamento dell’organizzazione nei reparti ospedalieri – prevede che le Unità operative di Pneumologia e Malattie Infettive del presidio ospedaliero Umberto I rimangano i reparti di prima linea per i pazienti con malattia covid-19 conclamata con la possibilità di attivare, nelle stesse Unità operative, posti letto per pazienti con patologie infettive e pneumologiche non covid. Al tempo stesso il modello “bolle” rappresenterà il modello di “convivenza” con il virus per i prossimi mesi, quando i contagi scenderanno e saranno stabili e la gravità della malattia tenderà a ridursi come sta già avvenendo”.
“Attualmente – rileva il direttore dell’Unità operativa Malattie Infettive Antonina Franco – tutti i posti dei reparti covid di Malattie Infettive e di Pneumologia diretto da Clara Pagana sono occupati, così come le “bolle” nei reparti ordinari dove le stesse sono state attivate e al Pronto soccorso di Siracusa giungono giornalmente 6 – 7 pazienti di cui più della metà non vaccinati, con importanti patologie che, associate al covid, possono evolvere in gravità e qualcuno va a finire in terapia intensiva. Attualmente nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Siracusa 4 posti sono occupati”.
Ad oggi le percentuali di vaccinazione anti covid in provincia di Siracusa risultano essere per la prima e seconda dose l’89 per cento circa per scendere al 58 per cento circa per la terza dose e al 6 per cento circa per la quarta.
“Come le comunità scientifiche raccomandano, è importante la vaccinazione di quarta o quinta dose per i pazienti over 60 soprattutto se fragili – conclude il commissario straordinario Salvatore Lucio Ficarra -. Ciò rappresenta la strategia più efficace per debellare la malattia. Accedere alla vaccinazione è semplice, oltre alla presenza dei centri vaccinali aziendali che abbiamo ridotto di numero adeguandoli alle esigenze attuali, il cui elenco aggiornato è consultabile nel sito internet aziendale, è possibile sottoporsi a vaccinazione sia a domicilio per gli aventi diritto che presso le numerose farmacie private dislocate nel territorio che hanno aderito, nonché negli ambulatori dei medici di medicina generale con la possibilità di sottoporsi contemporaneamente sia alla vaccinazione anti covid che al vaccino antinfluenzale. Desidero ribadire i ringraziamenti e la gratitudine della Direzione aziendale a tutto il personale ospedaliero e territoriale per l’incessante meritorio impegno che continua a profondere, pur con le ben note difficoltà, senza risparmio di fatica e di energie”.