“Il Potenziamento dei DSM della Regione Sicilia: reti di cura e percorsi innovativi per i pazienti autori di reato” è il titolo del Progetto regionale che il Dipartimento di Salute mentale (DSM) dell’Asp di Catania illustrerà alle Istituzioni cittadine mercoledì 19 aprile, alle ore 10.00, presso la Sala Convegni dell’Hotel Nettuno.
Il Progetto, finanziato dall’Assessorato regionale alla Salute, per un importo di poco inferiore a 5 milioni e 250 mila euro, per le 9 Asp siciliane, assegna all’Asp di Catania la somma di 2 milioni di euro, e punta a tre obiettivi generali:
- il superamento della contenzione meccanica in tutti i luoghi di cura della salute mentale;
- la previsione di percorsi innovativi alternativi ai ricoveri nelle Rems;
- la qualificazione dei percorsi per l’inserimento sociale e lavorativo dei pazienti con disturbi psichiatrici autori di reato.
Interverranno per l’occasione il commissario straordinario dell’Asp di Catania, Maurizio Lanza; il direttore sanitario, Antonino Rapisarda; il direttore del DSM, Carmelo Florio; il direttore dell’UOC Controllo e coordinamento CTA e responsabile scientifico del progetto, Roberto Ortoleva.
Saranno presenti, inoltre, i componenti della cabina di regia, dedicata all’implementazione del progetto, Adriana Centarrì, dirigente psichiatra; Giuseppe Maria Castro, dirigente psicologo; Fabiola Chiarenza, tecnico della riabilitazione psichiatrica.
Per il DSM dell’Asp di Catania, le azioni progettuali, prevedono l’attivazione di 20 budget di capacitazione per altrettanti utenti con maggiori chances di recupero e di recovery, per sostenerne l’inclusione socio-lavorativa e progetti di co-housing alternativi ai ricoveri in Rems.
Dopo il primo anno, e per ulteriori due anni, i budget di capacitazione potranno trasformarsi in budget di salute.
Programmati, inoltre, due livelli di formazione: il primo dedicato agli operatori della Salute mentale; il secondo rivolto ai responsabili territoriali della Salute mentale con la Magistratura giudicante
Previste, infine, la definizione di un protocollo con la Magistratura e lo svolgimento di attività di ricerca per lo studio del fenomeno.
Tutti gli attori del Terzo settore operanti nel territorio saranno coinvolti nelle azioni, definendo forme di co-progettazione e co-gestione.