Negli ultimi dieci anni l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Catania ha registrato un significativo aumento del numero di trapianti di cornea, con oltre 600 interventi eseguiti, di cui ben 104 solo nel 2024. Un trend in continua crescita che testimonia l’impegno congiunto di medici, manager sanitari e istituzioni nel potenziare l’offerta di cure e rispondere in modo sempre più efficace alle esigenze della popolazione.
Un ulteriore passo avanti potrebbe essere rappresentato dalla creazione di una banca dei tessuti, struttura deputata alla raccolta, lavorazione e distribuzione di organi prelevati da donatori, con l’obiettivo di garantire una risposta tempestiva e organizzata alla crescente domanda di trapianti.
Di questo progetto strategico si è parlato nel corso dell’evento “Banca dei tessuti: attualità e prospettive”, tenutosi presso l’Aula Magna della Scuola di Medicina del Policlinico “Rodolico” di Catania. L’incontro ha visto la partecipazione di medici, ricercatori, rappresentanti istituzionali e politici, in un dialogo costruttivo tra professionisti del settore sanitario e decisori pubblici.
Istituzioni e realtà sanitarie unite per una sanità d’eccellenza
L’evento, sostenuto dal direttore generale dell’AOUP “G. Rodolico – San Marco” Gaetano Sirna, è stato promosso dall’Unità Operativa Complessa di Oculistica, diretta dal professor Teresio Avitabile, in collaborazione con l’Università di Catania, il Dipartimento di Chirurgia e Specialità Medico Chirurgiche guidato da Piefrancesco Veroux, la Scuola di Medicina e Chirurgia presieduta da Pietro Castellino, la Clinica Ortopedica diretta da Vito Pavone, la Chirurgia Plastica dell’Ateneo affidata a Rosario Perrotta, l’AIDO (Associazione Italiana Donatori d’Organo) e l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Catania, rappresentato dal vicepresidente Giuseppe Liberti. L’organizzazione operativa è stata curata dai dirigenti medici Massimo Di Pietro e Nunzia Decembrino, con il supporto del past-governatore Lions Antonio Pogliese.
Modelli di eccellenza: il caso Veneto
Tra i relatori di spicco, Diletta Trojan, direttrice della Banca dei tessuti della Regione Veneto e presidente delle associazioni italiana ed europea delle banche dei tessuti, e Diego Ponzin, presidente della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto e delle Banche degli Occhi Europee. I due esperti hanno illustrato il modello organizzativo veneto, evidenziando numeri di rilievo: 13.000 tessuti processati e 8.000 distribuiti in tutta Italia, con oltre 8.000 trapianti di cornea effettuati.
Trojan è stata introdotta dal coordinatore del Centro Regionale Trapianti Giorgio Battaglia, dal professore ordinario Antonio Longo e dal direttore dell’Oculistica dell’Arnas Garibaldi Antonio Marino. Ponzin, invece, è stato presentato dal direttore dell’Oculistica dell’Università di Messina e presidente della Società Oftalmologica Siciliana Pasquale Aragona, dalla direttrice dell’Oculistica dell’Università Kore Caterina Gagliano, dal vicepresidente del Dipartimento di Chirurgia Andrea Russo e dal direttore dell’Oculistica di Caltagirone Salvatore Sileci.
Il dibattito e il sostegno istituzionale
Durante l’incontro è intervenuto anche Davide Scollo, direttore dell’UOS di Oculistica del San Marco, che ha illustrato le tecniche più avanzate per il trapianto di cornea. La successiva tavola rotonda, moderata dalla giornalista Michela Petrina, ha visto il confronto tra medici e rappresentanti istituzionali, che hanno espresso pieno sostegno alla proposta della banca dei tessuti, riconoscendone l’importanza strategica per il futuro della sanità siciliana.
Tra gli interventi istituzionali, quelli del senatore Salvo Pogliese, dei deputati regionali Dario Daidone (presidente della Commissione Bilancio ARS) e Giovanni Burtone (Commissione Sanità ARS), della presidente regionale AIDO Rita Feccia, del direttore dell’Oculistica Teresio Avitabile, del dirigente dell’Ortopedia AOUP Marco Privitera e del direttore della Chirurgia Plastica del Cannizzaro Rosario Perrotta. A concludere i lavori è stato Giacomo Scalzo, direttore del DASOE (Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) dell’assessorato regionale alla Salute.