Un nuovo e importante traguardo per l’assistenza neonatale all’Ospedale San Marco di Catania. L’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) si è dotata di un elettrocardiografo portatile di ultima generazione, grazie alla donazione della “farmacia agricola Agrisol” di Chiaramonte Gulfi (Ragusa), che ha voluto compiere un concreto gesto di solidarietà a sostegno dei pazienti più piccoli e fragili.
Il dispositivo, destinato a svolgere un ruolo cruciale nel monitoraggio dei neonati ricoverati in condizioni critiche, permette di eseguire esami elettrocardiografici direttamente all’interno della termoculla. Questo consente di evitare lo spostamento dei neonati, operazione potenzialmente rischiosa per pazienti così delicati, garantendo al tempo stesso diagnosi tempestive e interventi più rapidi. Il nuovo apparecchio rappresenta quindi un vero e proprio presidio salvavita, capace di aumentare il livello di sicurezza e di comfort durante le procedure cliniche.
La cerimonia di consegna si è svolta all’interno del presidio ospedaliero, alla presenza dei titolari dell’azienda donatrice, Raffaele e Giancluca Marcorillo. Il dispositivo è stato consegnato formalmente al direttore dell’UOC Marco Saporito, alla presenza del direttore medico di presidio Anna Rita Mattaliano. Presenti anche la neonatologa Valentina Giacchi, che ha seguito il percorso della donazione, la coordinatrice infermieristica Elvira Parrinello e numerosi operatori sanitari del reparto. La cerimonia è stata accompagnata dalla benedizione del cappellano dell’ospedale, monsignor Orazio Catarraso.
L’elettrocardiografo permetterà di migliorare in maniera significativa la qualità dell’assistenza prestata all’interno dell’UTIN. In particolare, la possibilità di effettuare un ECG senza dover rimuovere il neonato dalla termoculla costituisce un vantaggio clinico considerevole, riducendo i rischi legati alla movimentazione e mantenendo intatta la protezione ambientale.
Questa donazione rappresenta non solo un passo avanti dal punto di vista tecnologico, ma anche un segnale di attenzione concreta e profonda verso i bisogni dei pazienti più vulnerabili. La sinergia tra il mondo produttivo e quello sanitario si conferma, ancora una volta, come un potente motore di innovazione e miglioramento dei servizi, capace di rafforzare il sistema pubblico attraverso la generosità e la partecipazione attiva della comunità.

